AXIS RUSSIA-CINA

AXIS RUSSIA-CINA

La città di Samarcanda  , in Uzbekistan , il cui etimo significa “fortezza di pietra” si trova lungo la “via della seta” tra la Cina e l’Europa  ed  è stata  pochi giorni orsono la sede del vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai . Qui si è avuta anche l’occasione per il  primo incontro in  presenza tra i due leader Putin e Xi Jinping  dopo la lunga parentesi causa  pandemia e dall’avvio dell’invasione  russa all’Ucraina.  Tra i punti salienti del summit della SCO voglio segnalarne tre:  (1) L’importanza fondamentale ed anzi “ vitale” della stretta collaborazione economica e commerciale tra i membri  dell’organizzazione alla luce delle sfide multiple  poste in essere dall’attuale quadro politico-economico globale.  (2) La problematica crescente posta in essere dalle gravi sanzioni economiche imposte alla Russia dagli USA e dalle CEE.  ( 3) La volontà univoca di tutti i membri della SCO ad acclarare il ruolo centrale dello Yuan, in un futuro oramai  prossimo, come valuta di pagamento preferenziale e non più solamente alternativa al dollaro americano.  Forte e chiaro il messaggio di Xj all’ Occidente quando ha pubblicamente ed a più riprese dichiarato che la Cina è pronta a continuare a lavorare con la Federazione Russa  nel campo economico e finanziario in qualità di “grandi potenze” , ciò  anche tramite un rafforzamento immediato delle loro relazioni con rapporti molteplici e sempre più capillari.   Xj e la Cina  sono  stati  di fatto il fulcro  portante del vertice di Samarcanda.  Il Presidente cinese ha lanciato due messaggi economici  forti e  ma altrettanto perentori e chiari : (1) adeguarsi alla realtà che il PIL interno della Cina , ma di riflesso anche di tutti gli altri membri dell’organizzazione , non potrà più crescere ai ritmi di un tempo.  (2) Fissare come un obiettivo realistico e primario  il sorpasso cinese all’economia  USA.  Al suono di “… sono le persone comuni a realizzare le imprese più grandi, gli eroi provengono dal popolo…” e rievocando quanto scriveva molti secoli fa Confucio “… anche il più lungo dei viaggi comincia sempre e comunque dal primo passo…”. Xj  Jinping è uomo di poche parole  ma nonostante questo ha fatto capire ai partecipanti al vertice di Samarcanda come la Repubblica Popolare sia entrata di diritto tra le grandi potenze mondiali e quindi in unione ai  Paesi suoi alleati daranno un’impronta alla contemporaneità riprendendo  di diritto il loro posto al “ centro dell’ universo”.  Si tratta senza dubbio alcuno del leader cinese più carismatico dai tempi di Mao Zedong.  Per evitare pericolosi ed inopportuni accentramenti di potere , in Cina, la carica  quinquennale a Presidente avrebbe dovuto durare al massimo per due mandati . Xj , invece, dopo la prima nomina dell’autunno del 2012 a segretario generale del Pcc e la successiva  del 2017,  sta per essere rieletto per un nuovo mandato e quindi, forse, a stragrande maggioranza popolare e del Congresso del Partito per un possibile “mandato a vita”.  Ha parlato anche di “nuova normalità”  indicando con queste parole il fatto inconfutabile della fine dell’eccezionalità economica della Cina e questo dopo decenni di crescita continua a due cifre . La locomotiva orientale,  insieme  ai suoi  alleati asiatici , ha infatti rallentato di molto il suo passo.  Xj ha pubblicamente ammesso ciò che è evidente a tutti esortando a concentrare le proprie forze sulla qualità e sull’efficienza piuttosto che solamente sui  dati generali della  crescita.  L’economia asiatica ed in particolare quella cinese è entrata nel mood della “normalità“, dove qualunque cosa di nuovo possa ancora accadere  sia a livello economico che geo-politico , bisogna  imparare ad accettarlo appunto come “normale”. In Cina quindi se il Pil dovesse ancora rallentare, previo il continuo investire da parte dello Stato sulle aziende interne al Paese, si deve prendere coscienza  della nuova situazione e quindi che “…così al momento deve andare …“.    Con l’aforisma  “ Xin changtai“ ( n.d.r. : in italiano la “ nuova normalità“ ) , il Presidente  ha voluto quindi indicare al Paese la fine della eccezionalità economica cinese.  Trascorsi  decenni con una crescita continua a due cifre , ha voluto  fotografare la realtà odierna.  A tutto ciò però si è contrapposta l’idea di futuro economico della Cina con un obiettivo che deve essere chiaro  a tutti, ovvero la ferma volontà  del Governo a voler  superare l’economia USA  tramite la costruzione di una Cina prospera e soprattutto come la sola padrona del proprio futuro.  Questo obiettivo è  sintetizzato  nelle parole “superare la curva”  tramite l’applicazione del  “socialismo di mercato”, ossimoro che  ben rispecchia l’idea intrinseca del paese Cina. Quello che pesa nella mente e quindi nella politica del Presidente Xj è  però il fatto inconfutabile che ancora ad oggi , per quanto sia “gigantesca” l’economia cinese, il Pil pro capite collegato alla qualità della vita del popolo cinese è ben lontano da quello dei  cittadini americani.  Intanto è di ieri, 20 settembre , la decisione della Banca centrale della Cina di lasciare invariato il tasso di riferimento  ed oggi 21 settembre sono  usciti  i dati ufficiali che attestano  che la valuta cinese è ai minimi degli ultimi due anni a  7,06 contro il dollaro USA.