AGGRAPPARSI ALL’INCERTEZZA

AGGRAPPARSI ALL’INCERTEZZA

2 milioni saranno i posti di lavoro che si perderanno con la riattivazione dei licenziamenti. 3 milioni saranno i posti di lavoro che si perderanno consequenzialmente nel sommerso. Oltre 400.000 mila saranno le aziende ed attività commerciali che chiuderanno i battenti. Dei posti di lavoro già persi ad oggi oltre il 70% del totale sono donne e lavoratori under 34. Siamo tutti sull’orlo di una crisi di nervi, sia per ciò che è accaduto, sia per il timore (terrore) di quello che potrà ancora accaderci in un futuro ormai prossimo. La verità è che siamo di fronte ad uno scenario sconosciuto senza certezze , aspettative, orizzonti: dovremo abituarci a vivere (sopravvivere) fidandoci solo di noi stessi per affrontare una paura che diverrà un tutt’uno con la nostra vita futura personale, economica e sociale. Il futuro è e sarà imprevedibile obbligandoci di fatto a convivere in uno con l’incertezza. Questo discorso relativo a persone fisiche ma anche giuridiche si riverserà nell’impossibilità di poter programmare la nostra vita nelle piccole come nelle grandi scelte. A questo punto il tutto si riversa sulla politica, sull’economia e sulla finanza che dovranno gestire i rischi reali che ci attendono come cittadini e come imprenditori. Ma…partiamo dall’inizio… La pandemia ha scatenato una crisi economica, finanziaria e sociale a livello globale senza precedenti per diffusione, velocità di propagazione ed effetti correlati derivati. In Italia poi la situazione risultata peggiore che altrove a causa del già elevato livello dell’indebitamento-paese, che si è ulteriormente incrementato per reperire risorse finanziarie da destinare nell’immediato al sostegno del sistema produttivo e delle famiglie. Negli anni “DUEMILA” si erano già succedute gravi crisi finanziarie. La bolla tecnologica nel 2000, il crack Lehman Brothers nel 2008, oggi la terza crisi provocata da Covid-19 che di fatto ha obbligato il mondo intero a fermarsi. Ci siamo trovati costretti ad “inventare” i mezzi atti a permettere alle famiglie prive di reddito da lavoro ed imprese chiuse di sopravvivere. L’urgenza senza precedenti ha costretto il Governo italiano ad adottare provvedimenti idonei alla provvisoria tenuta sociale ma di convesso disastrosi sotto l’aspetto finanziario. Si è trattato di interventi del tipo difensivistico , idonei a contenere i danni economici immediati ma che però non hanno creato lavoro perchè sono “spot” nell’attuazione e limitati nel tempo, applicati con un consistente aumento del deficit di bilancio e del rapporto debito/Pil. L’ Europa invece ha reagito creando il progetto dei “Recovery fund” , assegnando all’Italia oltre 200 miliardi di cui 80 a fondo perduto. La messa a disposizione di tali importi però non sarà immediata. Occorrerà del tempo a causa dell’applicazione di procedure specifiche per la richiesta e quindi l’ottenimento delle erogazioni monetarie. Ecco allora la necessità vitale per l’Italia di intraprendere una strada innovativa per trovare nuove risorse finanziarie ma ciò senza dover ricorrere ad incrementare ulteriormente il debito. Quello di cui vorrei parlare oggi sono i c.d. “titoli di rendita o bond irredimibili”. Sono di fatto titoli senza scadenza, ovvero sono come obbligazioni e quindi soggette al solo pagamento della cedola, l’emittente, da parte sua, si assume l’impegno di pagare però interessi per un arco di tempo indefinito. (ndr: in Italia l’ultima emissione di tali titoli è stata quella effettuata da parte di Intesa San Paolo nell’agosto 2020 con un’offerta di titoli irredimibili per 1,5 miliardi). Per il “Paese Italia” il sostegno ed il rilancio dell’attività produttiva sono stati finora realizzati emettendo Btp, ovvero ricorrendo al debito . La necessità odierna però è quella che i capitali erogati a fondo perduto, come quelli degli odierni provvedimenti , siano coperti con fonti monetarie non soggette a rimborso. La soluzione da me ipotizzata perchè peraltro attuabile nella finanza odierna, potrebbe essere l’emissione di un prestito irredimibile che non impegni lo Stato nel rimborso a scadenza fissa del capitale. Dagli investitori privati, la rendita perpetua potrebbe essere apprezzata perchè consentirebbe di avere un flusso periodico e continuo di interessi. Il primo segreto quindi deve essere quello di un tasso di interesse appetibile per l’investitore. Attualmente il rendimento dei titoli di Stato di lunga scadenza i Btp cinquantennali è intorno al 2% annuo , un bond perpetuo per poter essere sottoscritto deve compensare il maggior rischio con un tasso intorno al 3%. Visto poi che le lunghe scadenze presentano la perdita del valore reale dell’investimento per effetto dell’inflazione, risulterebbe opportuno prevedere una doppia tranche di Rendita. La prima a tasso fisso, la seconda a tasso variabile con base Euribor + uno e spread di circa l’1-2 % . Analisi costi/benefici della Rendita. Per lo Stato : 1) comporterebbe il miglioramento della tesoreria perchè gli esborsi programmati si riducono al pagamento dei soli interessi; 2) si verificherebbe la cessione volontaria di risorse private a beneficio dello Stato; 3) siccome la Rendita non costituisce un debito di capitale si creerebbe un miglioramento del rapporto debito/Pil; 4) inoltre non è da sottovalutare il fatto che con questa tipologia di emissione, si scongiurerebbe il rischio di un imposta patrimoniale perchè lo Stato andrebbe così’ ad introdurre direttamente una “patrimoniale volontaria”.Nascerebbero quindi più vantaggi anche per il sottoscrittore che eviterebbe il rischio d’incappare in una “improvvisa” imposta patrimoniale, oltre ad ottenere una remunerazione del capitale e la possibilità di recuperare, in ogni momento, l’importo investito attraverso la vendita in borsa dei titoli. Per gli investitori: 1) la Rendita consente all’investitore privato di avere un flusso periodico di interessi e di trasmettere il capitale agli eredi in totale esenzione dall’imposta di successione; 2) agli investitori istituzionali di poter investire la loro liquidità eliminando i problemi derivanti dal reinvestimento del capitale alle varie scadenze. Motivi di criticità della Rendita: a) essendo una tipologia di titolo privo di scadenza e quindi alla prospettiva di recupero del capitale a data certa, presentano il rischio di provocare al possessore una perdita nel caso di liquidazione ad un prezzo inferiore a quello originario di acquisto; b) potenziale perdita di valore del capitale nel tempo per effetto dell’inflazione, fenomeno però assolutamente uguale a quello che corre una qualunque persona che sceglie un investimento obbligazionario legato al valore nominale anziché azionario e/o immobiliare quindi legato al valore reale di realizzo in un certo momento temporale.