30 /8/ 2021 ORE 21.29 ITALIANE , DECOLLA L’ULTIMO C-17 USA DALL’AEREOPORTO DI KABUL : ORA COSA SUCCEDERA’ PER L’ECONOMIA DEL PAESE ?

30 /8/ 2021 ORE 21.29 ITALIANE , DECOLLA L’ULTIMO C-17 USA DALL’AEREOPORTO DI KABUL : ORA COSA SUCCEDERA’ PER L’ECONOMIA DEL PAESE ?

Game over!  Questa data ha ufficializzato la caduta del Governo filo-occidentale  in Afghanistan :  tutto è cambiato, tutto è ritornato indietro nel tempo. La nuova venuta del regime talebano ha di fatto consegnato agli Islamisti il pieno controllo dell’economia “ anche ufficiale “ del Paese. Il movimento afghano è già da  oltre vent’ anni che gestisce una sorte di “amministrazione ombra” in diverse aree  geografiche afghane . Oltre al traffico d’oppio ed eroina , che rappresenta una parte minoritaria delle entrate del movimento e  secondo i calcoli ONU vale fra i 1,2 e 6,6 miliardi di dollari l’anno ,gli islamisti hanno da  sempre gestito e  guadagnato molto di più con  i dazi applicati sul trasporto su gomma  attraverso i loro territori di beni quali carburante e sigarette. Si calcola che ogni anno gli afghani versano in imposte 1,3 miliardi di dollari, ma in “bustarelle” diverse  ed a vario titolo pagate ai funzionari pubblici,  gli esperti USA hanno calcolato versamenti per oltre 4 miliardi di dollari. I nuovi governatori del paese, i talebani, hanno fatto della lotta alla corruzione una delle  loro principali  bandiere di propaganda. Tanto per capire di cosa stiamo parlando,  ad esempio, sulla principale arteria di collegamento con l’Iran e quindi nel sud-ovest del paese, quando era sotto il il controllo del Governo caduto pochi giorni orsono vi erano 25 posti di blocco dove singolarmente si esigeva un diritto , illegale ed in nero, di passaggio-pedaggio. Ora con i Talebani vi e un solo check point di controllo dove si paga il pedaggio , peraltro sempre illegale, ma si rilascia una regolare ( !?!? ) ricevuta in modo che  il pedaggio venga pagato  una sola volta .( n.d.r. non ci è dato di sapere se l’importo del pedaggio attuale e quindi singolo sia pari alla sommatoria dei 25 pagati in  precedenza ).   Si può quindi tranquillamente affermare come  la “fonte primaria” delle finanze talebane sia la” tassazione di beni legali “. Le droghe  da molto tempo non sono più  la fonte primaria di finanziamento per i talebani come  peraltro erroneamente sostenuto e pensato da molti Governi stranieri ,  fatto questo che ha causato una comprensione distorta e non veritiera di quella che sia effettivamente l’economia Afghana e quindi la potenzialità anche finanziaria nelle mani della ribellione.  Il controllo dei talebani sui valichi di confine quindi potrà permettere al movimento di avere , per ora,  una sorta di “ammortizzatore” per attutire le pressioni finanziarie ogni giorno più forti causate  soprattutto dal fatto che gli USA hanno stoppato l’accesso alle riserve della banca centrale Afghana e l’FMI ha rifiutato lo sblocco di un importante finanziamento già accordato  all’Afghanistan ed in prossimità dell’erogazione. Esistono  oggi   due  diversi punti fattuali che aiutano  però Kabul a sopportare la pressione internazionale e , tengo a ribadire , nessuno dei due è correlato al commercio della droga. 1) : deve essere ben chiaro ad ogni analista economico  come  l’Afghanistan non sia  un paese povero.  Tutt’altro !  Il paese  è ricco di risorse naturali ancora totalmente da sfruttare , il Governo USA ha stimato , tramite i suoi esperti ,come le risorse naturali afghane abbiano un valore di oltre 3 mila miliardi di dollari.  Le licenze di sfruttamento concesse negli anni passati,  ma rimaste inutilizzate ad oggi causa la guerra , sono in mano cinese (rame) ed indiana  (ferro) , ora ci sarà una corsa mondiale per accaparrarsi la licenza sul litio, cruciale per le batterie delle auto elettriche e soprattutto quella inerente le “terre rare” .  2):  essendo l’Afghanistan  l’ombelico dell’Asia Meridionale  e crocevia di  tutti i commerci in quella vastissima zona, ha una capacità immutabile e  consolidata  nel tempo di creare “soldi veri” tramite la sua “economia sommersa” collegata  come detto a dazi e pedaggi illegali per il transito imposti alle frontiere e lungo tutte le arterie stradali  che collegano l’Iran con la Cina, l’India con l’Asia ex Sovietica, l’Afghanistan con tutto il resto del mondo. Quindi è pura utopia pensare che un piano di sanzioni dei Governi occidentali possa spaventare   più di tanto la coalizione (non scritta) ma già stretta tra  l’Afghanistan con Cina , India e Russia. Valutare con esattezza l’entità di questo  “ fisco nero” che fa storicamente parte delle vite quotidiane degli afghani non è facile se non addirittura impossibile. Certo è che trattasi di flussi massicci , tanto da essere di molto superiori al volume degli aiuti internazionali fino ad oggi concessi. A campione  e per fare un esempio analizzo i dati cui posso attingere da una relazione pubblicata da esperti  del Governo inglese ed   attinente la zona di Namroz al confine con l’Iran. Orbene quella provincia ha ricevuto aiuti esteri per circa 20 milioni all’anno mentre i  posti di blocco, i dazi illegali   hanno permesso  di raccogliere una cifra di circa 235 milioni di dollari , quindi si guadagna di più con il commercio della benzina che con le metamfetanime e/o gli aiuti internazionali.  Ancora un dato.  Solamente dai beni importati e quindi in transito dall’Iran i talebani hanno ingressi economici per circa 43 milioni di dollari.  I latini parlavano di “ media aetas o media tempestas” ,con il significato di “ età di mezzo” ovvero caduta del potere centralizzato, invasioni e migrazioni di massa. Ecco oggi l’Afghanistan e lo Stato Talebano sono  di fatto e per chissà quanto tempo ripiombati nel Medioevo.