“…I’M SORRY…”

“…I’M SORRY…”

Il giorno 10 novembre Sam Bankman-Fried , fondatore e Ceo di FTX , una delle più grandi piattaforme di scambio per criptovalute al mondo ha postato su Twitter: “.. I’m sorry. That’s the  biggest thing. I fucked up, and should have done better..” , insomma un vero e proprio botto  del tipo “ old-economy “.   L’ 11 novembre FTX non ha potuto fare altro che dichiarare bancarotta o meglio , avendo FTX la sede fin dalla sua costituzione nel 2019 alle Bahamas ,  avviando  la procedura americana di “bancarotta assistita”. Le notizie si susseguono a cascata ad ogni ora.  Al momento risultano di sicuro  essere  “spariti” dall’ exchange fondi dei clienti FTX un importo, non ancora accertato definitivamente, ma che varia in un range tra 1 e 2 miliardi di dollari, certo è che oltre 600 milioni si sono volatilizzati nella notte tra l’11 ed il 12 di questo mese. Il crollo di FTX può essere al momento riassunto in tre punti :  1) 1 milione sono i creditori ad oggi al mondo.  2) Oltre 100 mila sono i creditori in Italia.  3) 30 miliardi di dollari sono l’importo, ancora provvisorio per difetto del crack FTX.  Sono  a ripetere per l’ennesima volta che anche questo nuovo caso attesta la necessità pressante di regole precise che vadano a formalizzare con misure certe e riscontrabili dagli organi governativi  di controllo l’intero settore.  A livello di curiosità o forse di “gossip” rammento che il Ceo di FTX  Sam Bankman-Friend ha donato a Biden per la campagna elettorale 2020  5,2 milioni di dollari, la seconda donazione per ordine di grandezza dopo quella effettuata da Michel Bloomberg . L’operazione si è ripetuta anche pochi giorni fa alle ultime elezioni di Midterm con 39,2 milioni versati ai diversi candidati democratici più “vicini” a lui. Oggi il timore maggiore delle autorità USA , come quelle di tutto il mondo finanziario, è quello di un contagio ad altre società cripto  , contagio simile a quello accaduto durante la crisi del 2008, fatto  che potrebbe generare fallimenti a catena e quindi  una crisi generale dell’industria direttamente correlata al crollo della fiducia dei consumatori alimentando la volatilità sui mercati.  E’ tutto il mondo delle criptovalute ora a tremare e creare stati d’ansia e preoccupazioni crescenti nei portafogli dei clienti. Un altro  tra i primi dieci  exchange  al mondo, Crypto.com con sede a Singapore , ha subito un fortissimo contraccolpo sul suo token Cronos che è crollato del 28% nella notte tra il 13 e 14 novembre per poi tornare a salire anche se di poco a  causa di rimbalzi di  assestamento. Fatto sta che negli ultimi sette giorni ha perso oltre il 45% del proprio valore di mercato con un volume giornaliero dell’ exchange crollato da circa 4 miliardi di dollari del 2021 a meno di 280 milioni di dollari di oggi.  La sua esposizione sul portafoglio FTX è oggi pari a circa 10 milioni di dollari.  Riflettori  puntati anche sulla maggiore piattaforma di trading di criptovalute al mondo ,  Binance   che viene gestita dal miliardario cinese Changpeng Zhao ,  ( ndr: a differenza di FTX non ha  una  sua sede ufficiale  !?!? )  e che la scorsa settimana aveva ventilato l’idea di acquisire proprio FTX per poi però  , visti i numeri  interni alla società , rinunciarvi.  Ebbene Binance è stata tra le pochissime società di criptovalute a comunicare pubblicamente i propri dati sulle riserve a fare data dal crollo di FTX.  Sul totale di 74,7 miliardi di dollari di partecipazioni di Binance, oltre il 40 %  sono nella criptovaluta e nella stablecoin nativa dell’azienda . Nel dettaglio delle riserve totali di Binance ci sono 23 miliardi di dollari in BUSD ( ndr : per ogni unità BUSD è disponibile un dollaro USA in riserva) e 6,4 miliardi di dollari in Binancecoin. In ultimo Binance detiene anche il 10,5% delle sue riserve in Bitcoin ed il 9,8% in Ether. Interessante vedere l’andamento e quindi il prezzo  del Bitcoin che dal 10 novembre  ha iniziato ad accusare gli effetti del terremoto FTX.  La data del 10 novembre 2022 sarà ricordata anche dal Bitcoin il cui prezzo ha iniziato a risentire degli effetti della tempesta FTX che si stava già propagando da giorni. Il valore è sceso in tre giorni  da 17.700 dollari a 15.390 dollari per poi recuperare a 17.000, l’8 di novembre il suo prezzo era stabile a quota 20.400 dollari.  A conclusione pongo l’accento sul fatto che quello che più si nota oggi è la crescente promiscuità tra finanza tradizionale, banche ed universo delle criptovalute. Le criptovalute sono di fatto , l’ultima frontiera del denaro dematerializzato. Sono nate dall’idea di poter battere” moneta in proprio”   aggirando bellamente l’autorità centrale e quindi facendo a meno di banche e/o intermediari finanziari autorizzati e soprattutto , obtorto collo, senza soggiacere a nessuna tipologia di organo di vigilanza e/o regole di trasparenza.  Il concetto economico  che enunciava come “.. la moneta abbia valore per ciò che è o per quello che rappresenta.. ”  è decaduto.Oggi non solo non ci sono più metalli preziosi a conferire certezze sulla validità al denaro, ma si è superato il confine stesso del concetto storico di  “ moneta legale” , basta vedere quello che già accade da tempo nel settore bancario con la “ moneta endogena”.